L’Azienda Ospedaliera Università di Padova ha raggiunto un traguardo senza precedenti nella diagnostica per immagini adottando CO₂ come mezzo di contrasto sicuro per angiografie avanzate e TC rotazionali. Questo protocollo innovativo — unico al mondo — rappresenta un passo trasformativo, soprattutto per i pazienti con insufficienza renale, trapiantati o a rischio di nefropatia da mezzo di contrasto.
Come riportato dai principali quotidiani italiani e dall’ANSA, l’innovazione è il risultato di un lavoro multidisciplinare guidato dal Prof. Franco Grego, dal Prof. Michele Antonello, dal Prof. Federico Nalesso e dal Dott. Giorgio De Conti. La collaborazione tra chirurgia vascolare, chirurgia endovascolare, radiologia e nefrologia è stata supportata dalle moderne sale ibride, da modellini vascolari stampati in 3D e da anni di sperimentazione clinica.
I mezzi di contrasto iodati tradizionali comportano rischi importanti: nefrotossicità, reazioni allergiche e aggravamento della funzionalità renale. La CO₂, invece, è non nefrotossica, non allergenica ed è completamente sicura, anche per i pazienti più fragili.
I principali vantaggi evidenziati dal team di Padova sono:
Uno dei risultati più rivoluzionari è l’impiego della CO₂ come mezzo di contrasto nella TC rotazionale, mai realizzato prima. Inizialmente ritenuto impossibile dalle aziende produttrici, il team padovano ha superato gli ostacoli tecnici progettando un modello in silicone stampato in 3D per simulare il flusso del gas e ottimizzare i parametri di iniezione. Questo ha consentito il passaggio all’automatizzazione del processo e al test clinico sui pazienti.
Questa innovazione migliora:
Padova diventa così un punto di riferimento internazionale per ospedali e ricercatori.
Questo protocollo unico al mondo segna un punto di svolta nella diagnostica per immagini: esami più sicuri, meno rischi e maggiore accessibilità per i pazienti fragili. Come evidenziato da ANSA, il prossimo passo sarà standardizzare l’uso della CO₂ per un ventaglio ancora più ampio di procedure TAC e angiografiche, continuando il percorso verso un ospedale davvero “amico del rene”.
Il lavoro svolto a Padova non è solo un risultato scientifico, ma un esempio di come innovazione, collaborazione e tecnologia avanzata possano migliorare concretamente la cura del paziente.
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